Corbaccio di Giovanni Boccaccio breve riassunto
-Dopo il Decameron gli interessi di Boccaccio si spostano verso un’area decisamente pre-umanistica; influenzato da Petrarca punta ad uniformarsi all’ideale del nuovo intellettuale, uomo dotto che fugge le passioni, interessato soltanto a coltivare i propri interessi di studio. È in questa nuova ottica che compone il Corbaccio, nel quale confluiscono gli ideali umanistici e religiosi che caratterizzano l’ultimo periodo della sua vita. L’opera, scritta in prosa, appare come un trattato ma come al solito è difficile inquadrarla in un preciso genere letterario. Se da un lato possiede le caratteristiche dell’invettiva (contro le donne e in particolare contro le donne vecchie) ma anche quelle del viaggio allegorico, sull’esempio della Commedia, l’occasione da cui è tratto lo spunto letterario è probabilmente di natura biografica: una donna anziana si sarebbe presa gioco dell’amore dell’autore sino a provocare la sua vendetta per mezzo della letteratura. L’autore racconta in prima persona gli inganni subiti ad opera della donna. Ricalcando l’incipit della Commedia dantesca Boccaccio si presenta smarrito, non in una oscura selva, bensì nel “porcile di Venere” (con evidente riferimento a Circe) nel quale gli uomini sono sedotti e trasformati in animali. In seguito compare dinanzi al poeta l’ombra del defunto marito della donna che gli rivela la vera natura delle donne e in particolare la natura ingannatrice di quella che fu sua moglie. A questo punto l’opera compie una svolta verso l’autocritica: dopo aver ascoltato l’ombra del defunto (il brano consigliato, divertente ed emblematico, riguarda la descrizione della donna vista al mattino, appena sveglia e senza trucco) il poeta si dichiara intenzionato a intraprendere una nuova vita, libero dalle torbide passioni che lo hanno coinvolto finora, una vita in cui trovi spazio soltanto lo studio filosofico, umanistico e gli argomenti più nobili ed elevati.
Certo non per questo il Corbaccio può essere considerato un ritorno all’ideologia medievale nonostante siano presenti diversi aspetti della morale religiosa tipica del medioevo. Più che alla gloria celeste, infatti, Boccaccio aspira alla gloria letteraria, segno di una cultura pre-umanista ormai definitivamente affermata. Non a caso il poeta scrisse l’opera tra il 1361 e il 1365 a Certaldo, dove visse a causa di un periodo di “semi-esilio”, lontano da Firenze e in completo otium.